Estetiste: il futuro della formazione

25.10.2021

Care amiche, oggi parliamo di formazione professionale nel settore estetico.
Il futuro professionale delle estetiste e la loro formazione sono temi di fondamentale importanza per lo sviluppo del settore, che presentano però aspetti controversi.

Continua a leggere qui sotto. Articolo di Milena Scoppa, co-titolare Shusa con esperienza pluridecennale nella gestione di centri estetici, pubblicato sulla rivista Les Nouvelles Esthétiques.

Il punto della situazione.

Il mondo dell’estetica professionale ha ancora molte potenzialità da esprimere, per farlo è fondamentale tendere a una formazione completa e raggiungere una sempre maggiore specializzazione.
Il nostro è infatti un settore che ha uno scopo specifico: migliorare la qualità della vita delle persone anche in un’ottica di prevenzione, allontanandole il più possibile da malessere e malattie. Per questo è fondamentale comprendere quanto sia incomprensibile e ingiustificata la competizione tra la figura del medico e quella dell’estetista professionista.

Per fare l’estetista serve sicuramente tanta passione. Oggi però questa caratteristica non basta più per diversi motivi, uno dei più importanti è rappresentato dalle nuove esigenze sociali di cui nessuno sembra volersi occupare, preoccupandosi di individuare le richieste del settore e presentarle ai giusti interlocutori. Il settore dell’estetica professionale è in forte fermento e spero venga presto meglio regolamentato, non solo dal punto di vista della tassazione ma anche dello sviluppo della professione e della produttività.

Formazione super partes.

Credo sia giunto il momento in cui davvero la formazione venga assegnata a enti terzi, totalmente al di sopra delle parti, capaci di affiancare la professionista nella sua evoluzione formativa e professionale.
Non è corretto infatti lasciare alle aziende questo compito delicato, confidando unicamente nella loro correttezza e nella non manipolazione delle informazioni fornite. Riusciremo anche in Italia a sviluppare progetti di questo tipo, in modo coerente e trasparente?

Un percorso strutturato

Quando si affrontano argomento di questo tipo è facile cadere nella polemica, meglio quindi concentrarsi su idee, progetti e lavoro. Studiare, sapere comunicare bene, scegliere la propria specializzazione, tutto questo permetterà a ognuno di fare la differenza.
Solo ascoltando la propria passione si può essere disposti a fare sacrifici, migliorandosi senza sentire la fatica. L’evoluzione del settore passa attraverso la formazione e il potere del sapere, che permette di scegliere e valutare oggettivamente per il meglio della propria attività.

Un progetto formativo serio dovrebbe avere cinque anni di formazione: tre anni teorici con studi sulla fisiologia umana e sulla cosmetologia di base, seguiti da due anni di formazione pratica e specialistica: estetica viso e corpo, massaggi, epilazione, onicotecnica, dermopigmentazione, ecc. L’obbligo dei crediti formativi annuali dovrebbe essere essenziale per il mantenimento della specializzazione, sia per le dipendenti sia per le titolari, in entrambi i casi infatti il lavoro dell’estetista viene svolto sulle persone.

Aggiornamento continuo

Come impostare la formazione per chi invece già sta lavorando? In molti casi queste professioniste hanno una grandissima esperienza e hanno imparato lavorando “sul campo”. Pur avendo grande stima per queste persone e per la loro professionalità, credo sia giunto anche per loro il momento di un aggiornamento delle loro conoscenze.
L’estetista dovrebbe essere infatti una professionista in grado di riconoscere la sintomatologia e di comprendere ciò che la pelle esprime, perché il suo ruolo sociale e di prevenzione delle malattie è veramente importante.
E’ un lavoro dalle mille possibilità che in questo momento è facilmente minacciato e attaccabile da altri contesti professionali. Proprio per questo motivo, la specializzazione, sebbene sia la strada meno facile, resta la più efficace e produttiva per potere avere successo e resistere agli scossoni e alle incertezze del mercato.